Sia Luise Gariano nella sua opera “Cronica di Catanzaro” che Giovanni Fiore in “Della Calabria illustrata” concordano sul fatto che la chiesa e il monastero di Santa Maria della Stella furono completati entro il 4 ottobre 1585, durante il vescovato di Nicolò Orazi e il pontificato di Sisto V. Questo evento segnò non solo la realizzazione di un importante complesso religioso, ma ebbe anche un impatto notevole sul contesto urbano, tanto che poco dopo la sua costruzione, il ristretto parrocchiale che lo ospitava assunse il nome del quartiere Stella.

Il monastero, il quarto del genere ad essere eretto a Catanzaro, ha attraversato diverse fasi di trasformazione nel corso dei secoli. Nel XVII secolo, su iniziativa delle suore del 3º Ordine di San Francesco d’Assisi, la chiesa subì lavori di restauro significativi. In questa fase, la struttura fu ampliata con sei arcate, ciascuna delle quali accoglieva un altare sormontato da fastigi lignei e colonne dorate. Vennero inoltre apportate modifiche ai finestroni e ampliato il convento.

Una relazione del 1955 redatta dal parroco Alberto Mancini attesta ulteriori interventi nel corso del XX secolo. Durante i lavori di restauro del 1999, sono emerse tracce di un affresco lungo le pareti perimetrali, insieme a cornicioni decorati con ovuli e dentelli, sormontati da una cornice modanata con dettagli a svolazzi acantiformi e nastri.

La chiesa conserva diversi affreschi di notevole importanza artistica. Tra essi, vi sono rappresentazioni degli angeli posizionate all’altezza dell’altare maggiore, un dipinto raffigurante santa Fara e un terzo dedicato alla Stella Maris, tutti realizzati nel XX secolo dall’artista Guido Parentela. Tuttavia, nel corso del medesimo secolo, alcuni affreschi andarono distrutti a causa del crollo di una parte della volta durante lavori di ristrutturazione.